Thursday, February 11, 2010

Giovedì sera, mia figlia è crollata tra le braccia di sua madre e ora dorme serena nel suo lettino caldo caldo. Un'altra settimana è quasi finita e ancora non sono riuscito a rimettermi in ordine a riprendermi dal sonno dai clienti da una vita in cui giorno dopo giorno non lasciano alcuno spazio tra l'uno e l'altro.
La sera quando quando gli occhi non si chiudono da soli provo a scrivere, voglio provare a scrivere; non ci riesco, sempre. Non ci riesco più come una volta. Questi tasti illuminati non odorano d'inchiostro e un monitor appoggiato sulle ginocchia pesa più di un diario, forse è per questo che le mie parole non sentono il bisogno di uscire perché in fondo, nonostante il mio lavoro e le mie passioni, penso ancora in analogico e fingo soltanto di essere un nativo digitale.